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Su MIE arriva il maestro ENZO SAVASTANO.

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Salvatore Imperio
di Salvatore Imperio

Enzo Savastano è tutto ed il contrario di tutto. L’ho incrociato alle audizioni di Musicultura in cui avevo, con insistenza, invitato Gli amici dello zio Pecos ad iscriversi perchè ne sarebbe valsa la pena.
Ed infatti, Savastano e i “Pecos” sono stati i mattatori della serata delle audizioni del 28 Febbraio. Ad entrambi è andato un riconoscimento: al primo per la miglior performance e ai secondi il premio del pubblico.

Come dicevo, Savastano, rappresenta tutto quel mondo della musica neomelodica da cui sono scappato sin da piccolo ma con un personaggio così mi son dovuto ricredere, non tanto per il genere musicale ma per la destrezza e il messaggio che Antonio De Luca e Valerio Vestoso hanno fatto nascere e crescere dalla nascita del cantante fantasma in grado di beffeggiare la musica
leggera italiana col filtro della neomelodia.
Enzo sa far divertire ed infatti il suo messaggio principale è quello di portare ironia nella musica che come detto dallo stesso Antonio De Luca in arte “Enzo Savastano”, sembra mancare nella musica. E se un ragazzo di Benevento , con il suo staff, riesce a far divertire attraverso un personaggio nato per divertire, allora un 10 con lode non glielo toglie nessuno.
Consiglio vivamente di leggere l’intervista al “neomelodico del cuore” Savastano perchè vi divertirete un bel po’.
Una canzone indie di Enzo Savastano


La canzone neomelodica come pilastro per il progetto artistico. La scelta è dovuta alla sua terra o ci sono altri motivi?

Diciamo che non è una scelta mia. Ero un talento della musica lirica, riconosciuto a livello internazionale, ma mi mancava arrivare al pubblico che non entrava in un teatro nemmeno morto. Per cui, complice un’impepata di cozze indimenticabile, una sera d’inverno del ’86 mi apparve in sonno Nino D’Angelo consigliandomi d’intraprendere la carriera neomelodica. Il resto è storia.

Quando ho visto la copertina di “Io sono con voi” ero rimasto un po’ perplesso. Poi, durante una giornata ho dovuto accostare mentre viaggiavo in auto per stavo per morire dalle risate.
Vuole spiegare lei quale è stata la fonte ispiratrice di tale opera?

Ma sai, ho sempre avuto un ottimo rapporto con il clero. Pochi lo sanno ma “Tu sei la mia vita, altro io non ho” in realtà è una mia canzone del ’82 che ho ceduto alla Chiesa gratuitamente, ottenendo in cambio l’annullamento del mio primo matrimonio alla sacra rota. Per questo e tanti altri motivi volevo omaggiare il fantastico mondo del catechismo, attraverso una locandina che ricordasse alle svariate generazioni che quel libro l’hanno consumato, che Enzo Savastano è il promotore di una catechesi musicale da non sottovalutare.

 

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Passiamo ad un dramma personale che ha spiegato anche alle audizioni di Musicultura. Sua figlia ascolta la musica indie. Riesce tuttora a vivere con tale tragedia?

“I figli so piezz ‘e core”. Non lo dico io, lo dice Arthur Schopenhauer che, a livello di tragedia, non è secondo a nessuno. Seguendo il suo insegnamento ti dico che un neomelodico deve saper dimenticare e trasformare la tragedia in mainstream e il mainstream in guadagno. A conti fatti, oggi devo ringraziare mia figlia Immacolata per avermi fatto conoscere l’indie. Grazie a “Una canzone indie” ho potuto ricomprare quella fantastica multiproprietà di famiglia a Sibari, che avevo dovuto cedere dopo una clamorosa sconfitta a tombola.

Parliamo seriamente. Musicultura vi ha dato lo spazio di farvi ascoltare da un pubblico diverso dal solito. Quali sensazioni ed emozioni avete vissuto?

Ottime sensazioni. Musicultura è un palcoscenico unico, qualificato, in cui l’attenzione al dettaglio è sinonimo di grande professionalità. Lo stesso pubblico, disponendo dei testi cartacei, segue l’esibizione in maniera per nulla sconsiderata. Al di là della leggerezza con cui ci presentiamo in scena, tutto ciò ha richiesto un approccio molto parsimonioso nell’arrangiamento dei pezzi e nella presentazione degli stessi. È difficile in pochissimi minuti far passare l’universo Savastano. L’augurio è quello di esserci riusciti.

Dal grandissimo Daniele Sepe a Calcutta, da Stefano Bollani a Brunori Sas. Vuoi raccontarci l’emozione di essere contattati per un’esibizione con nomi come Sepe, Bollani e Brunori?

Ovviamente è stata un’emozione grandissima condividere il palco con questi straordinari artisti, che non hanno esitato a scherzare e prendere parte al fantastico gioco della neomelodia. Tutti hanno contribuito in maniera spontanea a rendere “vero” Enzo Savastano, tutti hanno deciso di “non prendersi troppo sul serio”, dimostrando tanta intelligenza e grande levatura artistica.

 

Quali progetti ha in mente Enzo Savastano per il 2019?

Innanzitutto tanta musica. E poi rifare i bagni di casa. La muffa è molto più pericolosa dell’indie. E questo il mondo lo sottovaluta.

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