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Marco Sbarbati tra i grandi cantautori del futuro. L'intervista su MIE.

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di Giorgio Stammati
Marco Sbarbati inizia a scrivere le prime canzoni all’età di 12 anni, prima da solo, poi con i The Shabbies, band formata durante il liceo. Nel 2006 conosce Spring Groove, una cantautrice americana che gli trasmette la passione per l’arte di strada, portandolo con sé in giro per il mondo.
Nel 2007 si trasferisce a Bologna, dove incide i sui primi inediti e una sera, mentre suona in Piazza Maggiore, si accorge che tra i suoi ascoltatori c’è Lucia Dalla. Quest’ultimo, colpito dalla sua esibizione, gli propone di inserire una suo brano nella colonna sonora del film “AmeriQua”, regia di Marco Bellone e Giovanni Consonni.
La prima esperienza di Marco in uno studio di registrazione professionale, avviene grazie a Bluey, il leader della band Incognito, che dopo averlo ascoltato ad un concorso per cantautori, lo invita a Londra per lavorare ad alcune sue canzoni. Ritornato in Italia, Marco inizia un’intensa attività live in tutta la penisola e in Europa, aprendo i concerti dei Marta Sui Tubi, Giuliano Dottori, Brunori Sas, Incognito, Jack Savoretti, fino a conoscere Elisa, che seguirà come opening act durante “L’anima Vola Tour” e chiudendo insieme a lei, l’ultima tappa all’Arena di Verona.
Nel 2013 registra un EP in California per Sugarmusic di Caterina Caselli e la produzione artistica di Corrado Rustici. Il suo primo singolo “Backwards”, vince il premio “Absolute Beginners Radio Airplay” come cantante emergente più passato dalle radio. Il suo secondo singolo “Se”, lo porterà sul palco del “Coca Cola Summer Festival”, insieme ai big della musica italiana e internazionale.
Nel 2016 crea insieme alla cantautrice Roberta Giallo, gli spettacoli teatrali “Incontri Fortunati” e “The Dark Side Of The Music” con lo scopo di avvicinare i giovani al teatro. Gli spettacoli sono un misto di musica e comicità, in cui i due cantautori raccontano, attraverso le proprie canzoni, il loro incontro fortunato a casa di Dalla, il proprio percorso musicale e i retroscena del mondo della musica, fatto di alti e bassi. Terminata l’avventura con Sugarmusic, Marco inizia la registrazione del nuovo album, prodotto da Max Ficara per Icaro Records.
Uno dei brani contenuti nel suo lavoro, è stato inserito dal Maestro Paolo Buonvino, nella colonna sonora della fiction di Rai Uno, “Tutto Può Succedere 2”.

Roberta Giallo e Marco Sbarbati live


Ciao Marco, iniziamo dal nuovo singolo “Il mare è sempre là”, colonna sonora del documentario “Ius Maris” di Vincenzo D’Arpe”, come sei arrivato a collaborare a questo progetto?
Conosco Vincenzo dai tempi del DAMS a Bologna. Avevamo degli amici in comune ma non ci sentivamo da anni. Una sera mi ha chiamato dicendo che stava girando un cortometraggio e che gli sarebbe piaciuto collaborare con me. Nei giorni successivi, mi sono fatto mandare la sceneggiatura e dopo averla letta, è nato il brano “Il Mare è Sempre Là”.
Un testo per niente scontato su un tema delicatissimo e attuale, come si affronta la scrittura di una canzone del genere e che messaggio si vuole dare?
Diversamente da come potrebbe sembrare, il brano è nato velocemente ma le mie riflessioni sul tema esistevano da tanto tempo. E’ stato un po’ come aprire una porta con dietro accatastate tantissime cose. Una volta cadute, le ho messe in ordine. Spesso si parla di integrazione senza rendersi conto delle difficoltà che hanno i ragazzi di seconda generazione, sia fuori che dentro alla propria famiglia. Sono cresciuti in una società diversa da quella da cui provengono i genitori, pertanto, resta loro difficile trovare il loro posto nel mondo. Mi è capitato di sentire persone dire “sono loro a doversi integrare”, tuttavia, credo che spetti a noi tendere la mano quando qualcuno è in balia delle onde
Un brano musicalmente delicato con decise novità sonore, c’è un progetto di insieme più grande dietro? In altre parole, stai lavorando ad un nuovo disco? Puoi anticiparci qualcosa?
“Il Mare è Sempre Là” è parte di un disco che finalmente ho chiuso e a cui sto dietro da tempo. Dico finalmente perché l’ho registrato di notte, nei ritagli di tempo, con il produttore Max Ficara, un caro amico che ha sposato il mio progetto. Il disco in realtà non ha queste sonorità, o meglio, non sono evidenti come in questo brano, ma sento che il prossimo andrà verso quella direzione. Essendo fuori da qualsiasi logica musicale da anni, e facendo un po’ tutto da solo, non so ancora quando uscirà. Sicuramente entro la primavera.

Il mare è sempre là, videoclip ufficiale.


Passi dall’inglese all’italiano con scioltezza, in base a cosa scegli di usare una lingua o l’altra per una canzone? Il tuo pensiero artistico ragiona in inglese o italiano?
Tendenzialmente scrivo canzoni facendo dei suoni con la voce che poi sostituisco con le parole. Se la melodia mi colpisce molto, mi viene spontaneo scrivere il brano in inglese, perché è più facile preservarla. E’ un po’ come scrivere una canzone strumentale. Se invece sento la necessità di dire delle cose importanti, come nel caso del mio ultimo brano “Il Mare è Sempre Là”, non posso fare a meno di scegliere la mia lingua madre. Non riuscirei a dire le stesse cose in inglese.
La tua bio artistica è costellata di grandi, giganteschi nomi: Lucio Dalla, Elisa, Caterina Caselli, l’Arena di Verona tanto per dirne alcuni; a che punto della sua carriera è Marco Sbarbati? Che piani hai?
Tutte queste esperienze mi hanno arricchito moltissimo e sono grato a queste persone per quello che mi hanno insegnato, Elisa in particolare. Non so a che punto sono della mia carriera, è una domanda che mi faccio in continuazione, ma avere una risposta non mi crea più agitazione come in passato. Vivere facendo musica è difficile, ma farlo solo per piacere agli altri lo è ancora di più. Ho scritto molte canzoni per piacere agli altri, per mettere d’accordi tutti, ma senza soddisfazioni. Al momento sono contento di essermi ritagliato un piccolo spazio, in cui far ascoltare i miei brani senza pensare alla hit e non ci rinuncerei per nulla al mondo.
Grazie!

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